“Le nuove rivelazioni sull’Area 51 hanno sì suscitato curiosità, ma tanti elementi suscitano anche diversi sospetti”
Nonostante sia un argomento assai dibattuto, e che da diversi anni a questa parte numerose nazioni hanno desecretato la documentazione al riguardo, l’ufologia è ancora ben lontana dal venir considerata una vera e propria scienza.
Recentemente la questione è tornata alla ribalta a causa delle dichiarazioni di Boyd Bushman, presentato come un rinomato scienziato che avrebbe per anni lavorato all’interno dell’Area 51, assoldato dai maggiori produttori di armamenti negli USA, nomi come Lockeed Martin, General Dynamics, Hughes & Co. Prima di morire Bushman, deceduto lo scorso 7 agosto, realizzò una video intervista in cui, oltre a descrivere le sue mansioni a Groom Lake, presentò anche diverse fotografie di veicoli alieni e dei corpi dei presunti piloti, aggiungendo dettagli sull’anatomia di entrambi. Inoltre gli statunitensi non sarebbero i soli dentro la base a studiare tanto ben di Dio, ma sarebbero affiancati da esperti russi e cinesi.
Qua il primo dubbio; perché mai gli americani dovrebbero condividere con “il nemico” delle tecnologie che potrebbero garantirgli il dominio del mondo? Non sarebbero dei segreti che giustificano ampiamente la massima segretezza intorno all’intera faccenda?
Osservando le istantanee dei presunti esseri alieni sembra di trovarsi di fronte al classico “grigio” o “Reticuliano”, la specie resa famosa sia da X-Files che da Steven Spielberg nel suo “Incontri Ravvicinati del III° Tipo”; qualcuno ha però notato una somiglianza straordinaria tra il presunto alieno ed un pupazzo già noto in passato.
Riguardo ai veicoli fotografati da Bushman salta invece all’occhio la somiglianza con quelli descritti da Bob Lazar, il presunto scienziato che negli anni ’90 sconvolse il mondo con le sue rivelazioni sull’Area 51, su cui però calò quasi subito una forte puzza di bruciato, visti diversi guai con la giustizia, i dubbi sulla sua carriera accademica e, secondo Stanton T. Friedman, fisico nucleare in passato ed attualmente uno dei più noti ufologi del mondo, dopo un colloquio definì Lazar“scarsamente preparato” anche sui concetti della fisica elementare, non male per uno che millantava il “patrocinio” di Edward Teller, il padre della bomba H.
Nonostante tutto Lazar pensò bene anche di arricchirsi mettendo in vendita modellini di UFO creati sulla base delle sue indicazioni, non c’è niente di male nel volersi arricchire, ma già il fatto in sé fornisce un primo metro di valutazione del personaggio.
Il sopracitato Stanton Friedman già diversi anni fa inquadrò il problema alla radice, facendo un circostanziato distinguo tra ufomani e ufologi. I primi sono la maggioranza, in genere di giovane età, appassionati di computer o di cinema a cui piacerebbe vedere qualcosa di strano da poter raccontare, per poi passare all’invenzione per pura mania di protagonismo.
I secondi sono invece una sparuta minoranza che raccoglie più informazioni possibili, ascolta le storie e ne incrocia le peculiarità fino all’esito finale.
Friedman fu l’autore della più completa indagine ufologica sul caso Roswell, con corpose testimonianze ma poche prove concrete, se non lo spiccato interesse delle autorità militari a voler minimizzare l’accaduto. Bollò subito di falsità il famoso “filmato Santilli”, in cui compariva la famosa autopsia sull’alieno di Roswell, tesi condivisa dal famoso scenografo Carlo Rambaldi, il creatore di E.T.; anni dopo infatti Ray Santilli ammise che si trattava di una ricostruzione tratta da un filmato originale ma assai danneggiato e smarrito in seguito.
In conclusione l’ufologia non potrà mai diventare una vera scienza finché gli ufomani saranno in maggioranza, facendo cadere nel ridicolo anche quei pochi avvenimenti con caratteristiche tali da andare oltre le classiche bufale, come ad esempio l’alieno di Mortegliano.
Del resto non è per niente inusuale e nemmeno recente osservare qualcosa di inusuale in cielo, famosi esempi ne sono il dipinto “Madonna con San Giovannino” del ‘400, o il “Fenomeno celeste di Norimberga” che ampio risalto ebbe nel ‘500. Vista l’epoca viene difficile pensare ad uno scherzo o a velivoli del progetto Mogul, ci voleva poco per finire sul rogo dicendo che dal cielo, ad esempio, piovevano sassi. Oggi li chiamiamo meteoriti, allora era un po’ diverso.
Ma sarà vero?
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